INSTALLAZIONE DELLE
CALDAIE A GAS
LA SICUREZZA E LA PREVENZIONE INCENDI NELL’INSTALLAZIONEDELLE CALDAIE A GAS.
Le problematiche concernenti la prevenzione degli incendi messe in luce dal D.M. 10.03.1998, portano a prendere in maggior considerazione tutti i rischi legati all’incendio, alla sua prevenzione ed alla sua estinzione.
Gli impianti alimentati a gas sono soggetti a delle normative tecniche particolari quando superano le 30.000 Kcal/h.
Essi possono essere suddivisiin cinque categorie:
Impianti di climatizzazione destinati agli edifici e ambienti civili;
Impianti di produzione centralizzata di acqua calda, acqua surriscaldata, vapore;
Forni per le cotture del pane o forni destinati a vari tipi di lavorazioni artigianali;
Impianti di lavaggio biancheria e sterilizzazione medica;
Cucine ed impianti per il lavaggio delle stoviglie.
Non sono oggetto di disposizioni per quanto concerne la prevenzione degli incendi gli impianti a gas realizzati specificamente per essere inseriti in cicli di lavorazione industriale, gli apparecchi di tipo A, le stufe catalitiche, i nastri radianti e gli inceneritori.
Gli impianti a combustione liquido ed in particolare il loro deposito di combustibili non sono soggetti al rilascio di uno specifico certificato di prevenzione incendi in base alla circolare Ministeriale n. 52 dd. 20.11.1982.
Sono invece soggetti alle disposizioni tecniche da parte dei V.V.F. gli impianti di potenzialità termicasuperiore a 30.000 Kcal/h alimentati a combustibili liquidi derivanti dal petrolio destinati a:
riscaldamento di ambienti;
produzione di acqua calda per edifici civili;
forni per la cottura del pane o forni destinati a vari tipi di lavorazioni artigianali;
impianti di lavaggio biancheria e sterilizzazione medica;
cucine ed impianti per il lavaggio delle stoviglie;
distribuzione dei rifiuti(fino ad una tonnellata al giorno).
Non sono oggetto di disposizionigli impianti a gasolio realizzati specificamente per essere inseriti in cicli di lavorazione industriale.
Per quanto concerne invece gli impianti alimentati a combustione solido, il campo di applicazione non è stato analizzato né dalla circolare Ministeriale n. 52/82, ma per analogia potrebbe essere preso in considerazione nello stesso modo per gli impianti a combustibile liquido.
Prendiamo ora in considerazione i vari tipi di impianti e le definizioni generali.
Apparecchi di tipo A
Sono apparecchi previsti per non essere collegati ad un condotto o ad uno speciale dispositivo per l’evacuazione dei prodotti nella combustione all’esterno del locale di installazione.
Apparecchi di tipo B
Sono apparecchi previsti per essere collegati ad un condotto o ad un dispositivo di evacuazione dei prodotti della combustione verso l’esterno. L’aria comburente è prelevata direttamente dall’ambiente dove l’apparecchio è collocato.
Apparecchi di tipo C
Sono apparecchi con circuito di combustione a tenuta, che consente l’alimentazione di aria comburente al bruciatore con prelievo diretto dall’esterno e contemporaneamente assicura l’evacuazione diretta all’esterno di prodotti della combustione.
CONDOTTE AEROTERMICHE
Sono delle condotte per il trasporto di aria trattata e/o per la ripresa dell’aria degli ambienti serviti e/o dell’aria esterna da un generatore d’aria calda.
CONDOTTE DEL GAS
Sono un insieme di tubi, curve, raccordi ed accessori uniti fra loro per la distribuzione del gas. Le condotte sono definite nel D.M. 24 novembre 1984 e vengono ricompresse nelle seguenti speci: - 6° specie: condotte per pressioni massime di esercizio maggiori di 0,04 fino a 0,05 bar;
- 7° specie: condotte per pressioni massime di esercizio fino a0,04 bar.
GAS COMBUSTIBILE
Qualsiasi combustibile che è allo stato gassoso alla temperatura di 15° C e alla pressione assoluta di 1013 m bar, così come ricompresso nella norma EN 437.
GENERATORE D’ARIA CALDA E SCAMBIO DIRETTO
Qualsiasi combustibile che è allo stato gassoso alla temperatura di 15° C e alla pressione assoluta di 1013 m bar, così come ricompresso nella norma EN È un apparecchio destinato al riscaldamento dell’aria mediante produzione di calore in una camera di combustioneche provoca lo scambio termico attraverso pareti dello scambiatore , senza fluido intermediario, in cui il flusso dell’aria è mantenuto da uno o più ventilatori.
IMPIANTO INTERNO
È un complesso di condotte compreso tra il punto di consegna del gas e gli apparecchi utilizzatori.
IMPIANTO TERMICO
È un complesso dell’impianto interno, degli apparecchi e degli eventuali accessori destinato alla produzione di calore.
MODULO A TUBO RADIANTE
Apparecchio destinato al riscaldamento di ambienti mediante emanazione di calore per irraggiamento, costituito da una unità monoblocco composta dal tubo o dal circuito radiante, dall’eventuale riflettore e relative staffe di supporto, dall’eventuale scambiatore, dal bruciatore, dal ventilatore, dai dispositivi di sicurezza, dal pannello di programmazione e controllo, dal programmatore e dagli accessori relativi.
LOCALE ESTERNO
Locale ubicato su spazio scoperto, anche in adiacenza all’edificio servito, purché strutturalmente separato e privo di pareti comuni. Sono considerati locali esterni anche quelli ubicati sulla copertura piana dell’edificio servito, purché privi di pareti comuni.
LOCALE FUORI TERRA
Locale il cui piano di calpestio è a quota non inferiore a quella del piano di riferimento.
LOCALE INTERRATO
Locale in cui l’intradosso del solaio di copertura è a quota inferiore a + 0,6 m al di sopra del piano di riferimento.
LOCALE SEMINTERRATO
IMPIANTO INTERNO
IMPIANTO INTERNO
Locale che non è definibile fuori terra ne interrato.
PIANO DI RIFERIMENTO
Piano della strada pubblica o privata o dello spazio scoperto sul quale è attestata la parete nella quale sono realizzate le aperture di aerazione.
PORTATA TERMICA NOMINALE
Quantità di energia termica assorbita nell’unità di tempo dall’apparecchio, dichiarata dal costruttore, espressa in kilowatt (kW).
PRESSIONE MASSIMA DI ESERCIZIO
Pressione massima relativa del combustibile gassoso alla quale può essere esercito l’impianto interno.
PUNTO DI CONSEGNA DEL GAS
Punto di consegna del combustibile gassoso individuato in corrispondenza:
- del raccordo di uscita del gruppo di misurazione;
- del raccordo di uscita della valvola di intercettazione, che delimita la porzione di impianto diproprietà dell’utente, nel caso di assenza del gruppo di misurazione;
- del raccordo di uscita del riduttore di pressione della fase gassosa nel caso di alimentazione da serbatoio.
SERRANDA TAGLIAFUOCO
Dispositivo di otturazione ad azionamento automatico destinato ad interrompere il flusso dell’aria nelle condotte aerotermiche ed a garantire la compartimentazione antincendio per un tempo prestabilito.
IMPIANTI CON ALIMENTAZIOEN A GAS
Gli apparecchi possono essere installati: - all’aperto;
- in locali esterni;
- in fabbricati destinati anche ad altro uso o in locali inseriti nella volumetria del fabbricato servito.
Gli apparecchi devono in ogni caso essere installati in modo tale da non essere esposti ad urti o manomissioni.
Installazioni all’aperto
Gli apparecchi installati all’aperto devono essere costruiti per tale tipo di installazione. È ammessa l’installazione in adiacenza alle pareti dell’edificio servito alle seguenti condizioni: la parete deve possedere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno REI 30 ed essere realizzata con materiale di classe 0 di reazione al fuoco, nonché essere priva di aperture nella zona che si estende, a partire dall’apparecchio, per almeno 0,5 m lateralmente e 1 m superiormente.
Qualora la parete non soddisfi in tutto o in parte tali requisiti:
gli apparecchi devono distare non meno di 0,6 m dalle pareti degli edifici oppure
deve essere interposta una struttura di caratteristiche non inferiori a REI 120 di dimensioni superiori di almeno 0,50 m dalla proiezione retta dell’apparecchio lateralmente ed 1 m superiormente.
Nel caso di apparecchi alimentati con gas a densità maggiore di 0,8 questi devono distare non meno di 5 m da:
cavità o depressioni, poste al piano di installazione degli apparecchi;
aperture comunicanti con locali sul piano di posa degli apparecchi o con canalizzazioni drenanti.
Tale distanza può essere ridotta del 50% per gli apparecchi di portata termica inferiore a 116 kW.
È permessa l’installazione di moduli a tubi radianti con la parte radiante posta all’interno dei locali ed il resto dell’apparecchio al di fuori di questi, purché la parete attraversata sia di classe 0 di reazione al fuoco per almeno 1 m dall’elemento radiante.
Installazione in locali esterni
I locali devono essere ad uso esclusivo e realizzati in materiali di classe 0 di reazione al fuoco. Inoltre essi devono soddisfare i requisiti di ubicazione richiesti per l’installazione all’aperto, di aerazione richiesti per l’installazione all’interno dei locali e di disposizione degli apparecchi al loro interno.
Installazione in fabbricati destinati anche ad altro uso o in locali inseriti nella volumetria del fabbricato servito
Per quanto riguarda l’ubicazione:
il piano di calpestio dei locali non può essere ubicato a quota inferiore a -5 m al di sotto del piano di riferimento, e comunque non inferiore a -10 m dal piano di riferimento (sono ammessi, con le debite accortezze, locali ubicati a quota inferiore a -5 m);
almeno una parete , di lunghezza non inferiore al 15% del perimetro, deve essere confinante con spazio scoperto o strada pubblica o privata scoperta o nel caso di locali interrati, con intercapedine ad uso esclusivo, di sezione orizzontale netta non inferiore a quella richiesta per l’aerazione e larga non meno di 0,6 m ed attestata superiormente su spazio scoperto o strada scoperta.
Nel caso di apparecchi alimentati con gas a densità maggiore di 0,8, l’installazione è consentita esclusivamente in locali fori terra, eventualmente comunicanti con locali anch’essi fuori terra. In entrambi i casi il piano di calpestio non deve presentare avvallamenti o affossamenti tali da creare sacche di gas che determinino condizioni di pericolo.
Aperture di aerazione
I locali devono essere dotati di una o più aperture permanentidi aerazione realizzate su pareti esterne; è consentita la protezione delle aperture di aerazione realizzate su pareti esterne; è consentitala protezione delle aperture di aerazione con grigliati metallici, reti e/o antipioggia a condizione che non venga ridotta la superficie netta di aerazione.
Le aperture di aerazione devono essere realizzate e collocate in modo da evitare la formazione della copertura.
Nel caso di coperture piane, tali aperture devono essere realizzate nella parte più alta della parete.
In ogni caso ciascuna apertura non deve avere superficie netta inferiore a 100 centimetri quadrati.
Nel caso di apparecchi alimentati con gas a densità maggiore di 0,8, almeno i 2/3 della superficie di aerazione devono essere realizzati a filo del piano di calpestio, con un’altezza minima di 0,2 m. Le aperture di aerazione devono distare non meno di 2 m, per portate termiche non superiori a 116 kW e 4,5 m per portate termiche superiori, da cavità, depressioni o aperture comunicanti con locali ubicati al di sotto del piano di calpestio o da canalizzazioni drenanti.
Le distanze tra un qualsiasi punto esterno degli apparecchi e le pareti verticali e orizzontali del locale, nonché le distanze fra gli apparecchi installati nello stesso locale, devono permettere l’accessibilità agli organi di regolazione, sicurezza e controllo nonché la manutenzione.
CENTRALI TERMICHE
I locali devono essere destinati esclusivamente agli impianti termici e non devono risultare sottostanti o contigui a locali di pubblico spettacolo, ad ambienti soggetti ad affollamento superiore a 0,4 persone al m² ed ai relativi sistemi di vie di uscita. Questa contiguità è tuttavia ammessa purché la parete confinante con spazio scoperto, strada pubblica o privata scoperta, o nel caso di locali interrati con intercapedine ad uso esclusivo, attestata superiormente su spazio scoperto o strada scoperta, si estenda per una lunghezza non inferiore al 20% del perimetro e la pressione di esercizio non superi i 0,004 bar.
I locali posti all’interno di fabbricati destinati anche ad altri usi devono costituire compartimento antincendio.
Le strutture portanti devono possedere i requisiti di resistenza al fuoco non inferiori a R 120, quelle di separazione da altri ambienti non inferiore a REI 120. Le strutture devono essere realizzate con materiali di classe 0 di reazione al fuoco. Nel caso di apparecchi di portata termica complessiva inferiore a 116 kW, è ammesso che tali caratteristiche siano ridotte a R 60 e REI 60. L’altezza del locale di installazione deve rispettare le seguenti misure, in funzione della portata termica complessiva:
non superiore a 116 kW e sino a 350 kW: 2,30 m;
superiore a 116 kW e sino a 350 kW: 2,30 m;
superiore a 350 kW e sino a 580 kW: 2,60 m;
superiore a 580 kW: 2,90 m.
La superficie di aerazione, calcolata secondo quanto precedentemente impartito, non deve essere in ogni caso inferiore di 3.000 cm² e nel caso di gas di densità maggiore di 0,8 a 5.000 m².
In caso di locali sottostanti o contigui a locali di pubblico spettacolo o soggetti ad affollamento superiore a 0,4 persone al m² e ai relativi sistemi di via di uscita, l’apertura di aerazione si deve estendere a filo del soffitto, nella parte più alta della parete attestata su spazio scoperto o su strada pubblica o privata scoperta o, nel caso di locali interrati, su intercapedine ad uso esclusivo attestata superiormente su spazio scoperto o su strada scoperta. La superficie netta di aerazione deve essere aumentata del 50% ed, in ogni caso, deve estendersi lungo almeno il 70% della parete attestata sull’esterno, come sopra specificato, per un’altezza, in ogni punto, non inferiore a 0,50 m. Nel caso di alimentazione con gas a densità superiore a 0.8, tale apertura deve essere realizzata anche a filo del pavimento.
Lungo il perimetro dell’apparecchio è consentito il passaggio dei canali da fumo e delle condotte aerotermiche, delle tubazioni dell’acqua, gas, vapore e dei cavi elettrici a servizio dell’apparecchio.
È consentita l’installazione a parete di apparecchi previsti per tale tipo di installazione. È consentito che più apparecchi termici a pavimento o a parete, previsti per il particolare tipo di installazione, siano posti tra loro in adiacenza o sovrapposti, a condizione che tutti i dispositivi di sicurezza e di controllo siano facilmente raggiungibili.
Il posizionamento dei vari componenti degli impianti deve essere tale da evitare il rischio di formazione di sacche di gas in misura pericolosa.
L’accesso può avvenire dall’esterno da:
spazio scoperto;
strada pubblica o privata scoperta;
porticati;
intercapedine antincendio di larghezza non inferiore a 0, 90 m;
oppure dall’interno tramite disimpegno, realizzato in modo da evitare la formazione di sacche di gas ed avente le seguenti caratteristiche:
impianti di portata termica non superiore a 116 kW: resistenza al fuoco della struttura REI 60 e con porte REI 30;
impianti di portata termica superiore a 116 kW:
- superficie netta minima di 2 metri quadrati;
- resistenza al fuoco delle strutture REI 60 e con porte REI 60;
- aerazione a mezzo di aperture di superficie complessiva non inferiore a 0,5 metri quadrati e realizzata su parete attestata su spazio scoperto, strada pubblica o privata scoperta, intercapedine. Nel caso di alimentazione con gas a densità non superiore a 0,8, è consentito l’utilizzo di un camino di sezione non inferiore a 0,1 m².
Nel caso di locali ubicati all’interno del volume di fabbricati destinati, anche parzialmente, al pubblico spettacolo, caserme, attività comprese nei punti 51, 75, 84, 85, 86, 87, 89, 90, 92, e 94 (per altezza antincendio oltre 54 m), dell’allegato al D.M. 16 febbraio 1982 o soggetti ad affollamento superiore a 0,4 persone per m², l’accesso deve avvenire direttamente dall’esterno o da intercapedine antincendio di larghezza non inferiore a 0,9 m.
Le porte dei locali e dei disimpegni devono:
essere apribili verso l’esterno e munite di congegno di autochiusura, di altezza minima di 2 m e larghezza minima di 0,6 m. Per impianti con portata termica complessiva inferiore a 116kW il senso di apertura delle porte non è vincolato; possedere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60 o REI 30, per impianti di portata termica rispettivamente superiore o non a 116 kW. Alle porte di accesso diretto da spazio scoperto, strada pubblica o privata, scoperta, o da intercapedine antincendio non è richiesto talerequisito, purché siano in materiale di classe 0 di reazione al fuoco.
Nel caso di installazione a quota inferiore a -5 m e sino a -10 m al di sotto del piano di riferimento:
le aperture di aerazione e l’accesso devono essere ricavati su una o più intercapedini antincendio, attestate su spazio scoperto, non comunicanti con alcun locale e ad esclusivo uso del locale destinato agli apparecchi; all’esterno del locale ed in prossimità di questo deve essere installata, sulla tubazione di adduzione del gas, una valvola automatica del tipo normalmente chiuso asservita al funzionamento del bruciatore a al dispositivo di controllo della tenuta del tratto di impianto interno tra la valvola stessa e il bruciatore; la pressione di esercizio non deve essere superiore a 0,04 bar.
FORNI PER IL PANE, LAVAGGIO BIANCHERIA, LABORATORI ARTIGIANALI
E CENTRALI DI STERILIZZAZIONE
Gli apparecchi devono essere installati in locali ad essi esclusivamente destinati o nei locali in cui si svolgono le lavorazioni.
Le strutture portanti devono possedere i requisiti di resistenza al fuoco non inferiore a R 60, quelle di separazione da altri ambienti non inferiori a REI 60. Per portate termiche complessive fino a 116 kW, sono consentite strutture R/REI 30.
L’accesso può avvenire:
direttamente dall’esterno, tramite porta larga almeno 0,9 m realizzata in materiale di classe 0 di reazione al fuoco e/o da locali attigui, purché pertinenti l’attività stessa, tramite porte larghe almeno 0,9 m, di resistenza al fuoco non inferiore a REI 30, dotate di dispositivo di autochiusura anche del tipo normalmente aperto, purché asservito ad un sistema di rivelazione incendi.
IMPIANTO AD USO CUCINA E LAVAGGIO PER STOVIGLIE
I locali devono essere esclusivamente destinati agli apparecchi.
Le strutture portanti devono possedere resistenza al fuoco non inferiore a R 120, quelle di separazione da altri ambienti non inferiore a REI 120. Per impianti di portata termica complessiva fino a 116 kW sono consentite caratteristiche R/REI 60.
L’accesso può avvenire direttamente:
dall’esterno, tramite porta larga almeno 0,9 m in materiale di classe 0 di reazione al fuoco e/o dal locale consumazione pasti, tramite porte larghe almeno 0,9 m di caratteristiche almeno REI 60 per portate termiche superiore a 116 kW e REI 30 negli altri casi, dotate di dispositivodi autochiusura anche del tipo normalmente aperto, purché asservito ad un sistema di rivelazione incendi. È consentita la comunicazione con altri locali, pertinenti l’attività servita dall’impianto, tramite disimpegnoanche non aerato, con eccezione dei locali destinati a pubblico spettacolo, con i quali la comunicazione può avvenire esclusivamente tramite disimpegno, indipendentemente dalla portata termica.
Nel caso di locali in cui avviene anche la consumazione di pasti, l’installazione di apparecchi a servizio di cucine è consentita esclusivamente alle seguenti condizioni:
a) gli apparecchi utilizzati devono essere asserviti a un sistema di evacuazione forzata (per esempio: cappa munita di aspirazione meccanico);
b) l’alimentazione del gas alle apparecchiature deve essere direttamente asservita al sistema di evacuazione forzata e deve interrompersi nel caso che la portata di questo scenda sotto i valori prescritti in seguito; la riammissione del gas alle apparecchiature deve potersi fare solo manualmente;
c) l’atmosfera della zona cucina, durante l’esercizio, deve essere mantenuta costantemente in depressione rispetto a quella della zona consumazione pasti;
d) il sistema di evacuazione deve consentire l’aspirazione di un volume almeno 1 m³ di fumi per ogni kW di potenza assorbita dagli apparecchi ad esso asserviti;
e) le cappe o i dispositivi similari devono essere costruiti in materiale di classe 0 di reazione al fuoco e dotati di filtri per grassi e di dispositivi per la raccolta delle eventuali condense;
f) tra la zona cucina e la zona consumazione pasti deve essere realizzata una separazione verticale, pendente dalla copertura fino a quota 2,2 m dal pavimento, atta ad evitare l’espandersi dei fiumi e dei gas caldi in senso orizzontale all’interno del locale, in materiale di classe 0 di reazione al fuoco ed avente adeguata resistenza meccanica, particolarmente nel vincolo;
g) le comunicazioni dei locali con altri, pertinenti l’attività servita, deve avvenire tramite porte REI 30 con dispositivo di autochiusura;
h) il locale consumazione pasti, in relazione all’affollamento previsto, deve essere servito da vie circolazione ed uscite, tali da consentire una rapida e sicura evacuazione delle persone presenti in caso di emergenza.
GENERATORI DI ARIA CALDA A SCAMBIO DIRETTO
I locali e le installazioni destinati ai soli generatori devono soddisfare i requisiti richiesti per le centrali termiche. È tuttavia ammesso che i locali comunichino con gli ambienti da riscaldare attraverso le condotte aerotermiche. Inoltre:
- nel caso in cui le lavorazioni o le concentrazioni dei materiali in deposito negli ambienti da riscaldare comportino la formazione di gas, vapori o polveri suscettibili di dare luogo ad incendi o esplosioni non è permesso il circolo dell’aria;
- l’impianto deve essere munito di dispositivo automatico che consenta, in caso di intervento della serranda tagliafuoco, l’espulsione all’esterno dell’aria calda proveniente dall’apparecchio;
- l’intervento della serranda tagliafuoco deve determinare automaticamente lo spegnimento dl bruciatore.
Nel caso di generatori installati in locali destinati ad altre attività, è vietata l’installazione all’interno di locali di pubblico spettacolo, locali soggetti ad affollamento superiore a 0,4 persone al metro quadrato, locali in cui le lavorazioni o le concentrazioni dei materiali in deposito negli ambienti da riscaldare comportino la formazione di gas, vapori o polveri suscettibili di dare luogo ad incendi o esplosioni.
All’interno di autorimesse ed autofficine potranno essere consentiti solo gli apparecchi rispondenti alle specifiche norme tecniche armonizzate.
Le pareti alle quali siano addossati, eventualmente, gli apparecchi, devono possedere caratteristiche almeno REI 60 ed in classe 0 di reazione al fuoco. Qualora non siano soddisfatti i requisiti di incombustibili o di resistenza al fuoco, l’installazione all’interno deve avvenire nel rispetto delle seguenti distanze:
0,60 m tra l’involucro dell’apparecchio e le pareti;
1,00 m tra l’involucro dell’apparecchio e il soffitto.
Se tali distanze non sono rispettate , deve essere interposta una struttura di caratteristiche non inferiori a REI 120 di dimensioni superiori di almeno 0,50 m dalla proiezione retta dell’apparecchio. Inoltrale pareti attraversate, in corrispondenza della condotta di scarico dei prodotti della combustione, devono essere provvisti di un dispositivo antireflusso dei prodotti della combustione. Nel caso di installazione in ambienti soggetti a depressione o nei quali le lavorazioni comportano lo sviluppo di apprezzabili quantità di polveri incombustibili, gli apparecchi con bruciatore atmosferico devono essere di tipo C.
La distanza fra la superficie esterna del generatore di aria calda e della condotta di evacuazione dei gas combusti da eventuali materiali combustibili in deposito, deve essere tale da impedire il raggiungimento di temperature pericolose ed, in ogni caso, non inferiore a 4 m. Tali prescrizioni non si applicano agli apparecchi posti ad un’altezza non inferiore a 2,5 m dal pavimento per i quali sono sufficienti distanze minime a 1,5 m.
Gli apparecchi possono essere installati a pavimento o ad un’altezza inferiore a 1,5 m e distante almeno 0,6 m e, comunque, posta in modo da consentire le operazioni di manutenzione e di controllo.
Le condotte devono essere utilizzate in materiale di classe 0 di reazione al fuoco. I giunti antivibranti devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 2.
Negli attraversamenti di pareti e solai, lo spazio attorno alle condotte deve essere sigillato con materiale di classe 0 di reazione al fuoco, senza tuttavia ostacolare le dilatazioni delle condotte stesse.
Le condotte non possono attraversare luoghi sicuri (che non siano spazi scoperti), vani scala, vani ascensore e locali in cui le lavorazioni o i materiali in deposito comportano il rischio di esplosione e/o incendio.
L’attraversamento dei locali può tuttavia essere ammesso se le condotte o le strutture che le racchiudono hanno una resistenza al fuoco non inferiore alla classe del locale attraversato ed, in ogni caso, non inferiore a REI 30.
Qualora le condotte attraversino strutture che delimitano compartimenti antincendio, deve essere installata, in corrispondenza dell’attraversamento, almeno una serranda avente resistenza al fuoco pari a quella della struttura attraversata, azionata automaticamente e direttamente da:
rivelatori di fumo, installati nelle condotte, qualora gli apparecchi siano a servizio di più di un compartimento antincendio e si effettui il circolo dell’aria; dispositivi termici, tarati a 80°C, posti in corrispondenza delle serrande stesse negli altri casi. In ogni caso l’intervento della serranda deve determinare automaticamente lo spegnimento del bruciatore (Tit. IV, p. 4.5, D.M. 12 aprile 1996).
MODULI A TUBI RADIANTI
È vietata l’installazione all’interno di locali di pubblico spettacolo e locali in cui le lavorazioni o le concentrazioni dei materiali in deposito negli ambienti da riscaldare comportino la formazione di vapori e/o polveri suscettibili di dare luogo ad incendi e/o esplosioni.
Le strutture verticali e/o orizzontali su cui sono installati i moduli a tubi radianti, devono essere almeno REI 30 e in classe 0 di reazione al fuoco. I moduli devono essere installati a non meno di 0,6 m dalle pareti.
La distanza tra la superficie esterna del modulo ed eventuali materiali combustibili in deposito ed il piano calpestabile, deve essere tale da impedire il raggiungimento di temperature pericolose ed, in ogni caso, non inferiore a 4 metri.
SERRE
L’installazione all’interno di serre deve avvenire nel rispetto delle seguenti distanze minime da superfici combustibili:
0,60 m tra l’involucro dell’apparecchio e le pareti
1,00 m tra l’involucro dell’apparecchio ed il soffitto.
Se tali distanze non sono rispettate, deve essere interposta una struttura di caratteristiche non inferiore a REI 120 di dimensioni superiori di almeno 0,50 m dalla proiezione retta dell’apparecchio.
L’aerazione deve essere assicurata da almeno un’apertura di superficie non inferiore a 100 cm².
IMPIANTO INTERNO DI ADDUZIONE DEL GAS
Il dimensionamento delle tubazioni e degli eventuali riduttori di pressione deve essere tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L’impianto interno ed i materiali impiegati devono essere conformi alla legislazione tecnica vigente.
Possono essere utilizzati esclusivamente tubi idonei. Sono considerati tali quelli rispondenti alle caratteristiche di seguito indicate e realizzati:
in acciaio, che possono essere senza saldature oppure con saldatura longitudinale e devono avere caratteristiche qualitative e dimensioni non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8863. I tubi in acciaio con saldatura longitudinale, se interrati, devono avere caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8488; in rame, da utilizzare esclusivamente per le condotte del gas della VII specie (pressione di esercizio non superiore a 0,04 bar) devono avere caratteristiche qualitative e dimensionali non minori di quelle indicate dalla norma UNI 6507, serie B. Nel caso di interramento lo spessore non può essere minore di 2, mm; in polietilene: sono ammessi unicamente per l’interramento all’esterno di edifici, devono avere caratteristiche qualitative e dimensionali non minori di quelle indicate dalla norma UNI ISO 4437, serie S8, con spessore minimo di 3 mm.
GIUNTI, RACCORDI E PEZZI SPECIALI
TUBI IN ACCIAIO
L’impiego di giunti a tre pezzi è ammesso esclusivamente per i collegamenti iniziali e finali dell’impianto interno.
Le giunzioni dei tubi di acciaio devono essere realizzate mediante raccordi con filettature o a mezzo saldatura di testa per fusione o a mezzo di raccordi flangiati.
Nell’utilizzo di raccordi con filettatura è consentito l’impiego di mezzi di tenuta, quali ad esempio canapa con mastici adatti, ad esclusione dei gas con densità maggiore di 0,8, nastro di PTFE, mastici idonei per lo specifico gas. È vietato l’uso di biacca, minio o altri materiali simili anche perché sono oramai fuori legge.
Tutti i raccordi ed i pezzi speciali devono essere realizzati di acciaio oppure di ghisa malleabile; quelli di acciaio con estremità filettate o saldate, quelli di ghisa malleabile con estremità unicamente filettate.
Le valvole devono essere di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso. Esse devono essere di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite. Non è consentito l’uso di ghisa sferoidale nel caso di gas con densità maggiore di 0,8.
TUBI IN RAME
Le giunzioni dei tubi di rame devono essere realizzate mediante brasatura capillare forte.
I collegamenti mediante raccordi metallici a serraggio meccanico sono ammessi unicamente nel caso di installazioni fuori terra e a vista o ispezionabili. Non sono ammessi raccordi meccanici con elementi di materiale non metallico. I raccordi ed i pezzi speciali possono essere di rame, di ottone e di bronzo. Le giunzioni miste, tubo di rame con tubo di acciaio, devono essere realizzate mediante brasatura forte o raccordi filettati.
Non è ammesso l’impiego di giunti misti all’interno degli edifici, ad eccezione del collegamento della tubazione in rame con l’apparecchio utilizzatore.
Le valvole per i tubi di rame devono essere di ottone, di bronzo o di acciaio, con le medesime caratteristiche.
TUBI IN POLIETILENE
I raccordi ed i pezzi speciali devono essere realizzati in polietilene; le giunzioni devono essere realizzate mediante saldatura di testa per fusione a mezzo di elementi riscaldanti o mediante saldatura per elettrofusione o saldatura mediante appositi raccordi elettrosaldabili.
Le giunzioni miste, tubo di polietilene con tubo metallico, devono essere realizzate mediante raccordi speciali (giunti di transizione) polietilene-metallo idonei per saldatura o raccordi metallici filettati o saldati. Sono altresì ammesse giunzioni frangiate.
Le valvole per tubi di polietilene possono essere, oltre che dello stesso polietilene, anche con il corpo di ottone, di bronzo o di acciaio, sempre con le medesime caratteristiche. Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori deve essere il più breve possibile ed è ammesso:
all’esterno dei fabbricati:
interrato
in vista
in cabaletta
all’interno dei fabbricati:
in appositi alloggiamenti, in caso di edifici o locali destinati ad uso civile o ad attività soggette ai controlli dei Vigili del fuoco;
in guaina d’acciaio in caso di attraversamento di locali non ricompresi nei punti precedenti, di androni permanentemente aerati, di intercapedini, a condizione che il percorso sia ispezionabile.
Nei locali di installazione degli apparecchi il percorso delle tubazioni è consentito in vista. Per le installazioni a servizio di locali o edifici adibiti ad attività industriali si applicano le disposizioni previste dal D.M. 24 novembre 1984 ed in particolare:
le tubazioni devono essere protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti; è vietata le collocazione delle tubazioni nelle canne fumerie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie; eventuali riduttori di pressione o prese libere dell’impianto interno devono essere collocati all’esterno degli edifici o, nel caso delle prese libere, anche all’interno dei locali, se destinati esclusivamente all’installazione degli apparecchi. Queste devono essere chiuse o con tappi filettati o con sistemi equivalenti; è vietato l’utilizzo di tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altro impianto già funzionante;
all’esterno dei locali di installazione degli apparecchi deve essere installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile, una valvola di intercettazione manuale con manovr4a a chiusura rapida per rotazione di 90% ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso; per il collegamento dell’impianto interno finale ed iniziale (se alimentato tramite contatore), devono essere utilizzati tubi metallici flessibili continui; nell’attraversamento di muri la tubazione non deve presentare giunzioni o saldature e deve essere protetta da guaina murata con malta di cemento;
nell’attraversamento di muri perimetrali esterni, l’intercapedine fra guaina e tubazione gas deve essere sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l’esterno; è vietato l’attraversamento di giunti sismici;
le condotte, comunque installate, devono distare almeno 2 cm dal rivestimento della parte o dal filo esterno del solaio; fra le condotte ed i cavi o tubi di altri servizi deve essere adottata una distanza mini ma di 10 cm; nel caso di incrocio, quando tale distanza minima non possa essere rispettata, deve comunque essere evitato il contatto diretto interponendo opportuni setti separatori con adeguate caratteristiche di rigidità dielettrica e di resistenza meccanica; qualora, nell’incrocio, il tubo del gas sia sottostante a quello dell’acqua, esso deve essere protetto con opportuna guaina impermeabile in materiale incombustibile o non propagante la fiamma.
GIUNTI, RACCORDI E PEZZI SPECIALI
POSA IN OPERA INTERRATA
Tutti i tratti interrati delle tubazioni metalliche devono essere provvisti di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione ed i isolati, mediante giunti dielettrici, da collocarsi fuori terra, nelle immediate prossimità delle risalite della tubazione.
Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia lavata, di spessore minimo 100 mm e ricoperte, per altri 100 mm , di sabbia dello stesso tipo. Per le tubazioni in polietilene è inoltre necessario prevedere, a circa 300 mm sopra la tubazione, la sistemazione di nastri di segnalazione.
L’interramento della tubazione, misurato fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, deve essere almeno pari a 600 mm. Nei casi in cui tale profondità non possa essere rispettata occorre prevedere una protezione della tubazione con tubi di acciaio, piastre di calcestruzzo o con uno strato di mattoni pieni.
Le tubazioni interrate in polietilene devono essere collegate alle tubazioni metalliche prima della fuoriuscita dal terreno e prima del loro ingresso nel fabbricato.
Le tubazioni metalliche interrate devono essere protette con rivestimento esterno pesante, di tipo bituminoso, oppure di materiali plastici, e devono essere posate ad una distanza reciproca non minore del massimo diametro esterno delle tubazioni (ivi compresi gli spessori delle eventuali guaine). Nel caso di parallelismi, sovrappassi e sottopassi tra i tubi del gaso e altre canalizzazioni preesistenti, la distanza minima, misurata fra le due superfici affacciate, deve essere tale da consentire gli eventuali interventi di manutenzione su entrambi i servizi.
POSA IN OPERA A VISTA
Le tubazioni installate a vista devono essere adeguatamente ancorate per evitare scuotimenti, vibrazioni ed oscillazioni. Esse devono essere collocate in posizioni tale da impedire urti e danneggiamenti e, ove necessario, adeguatamente protette. Le tubazioni di gas di densità non superiore a 0,8 devono essere contraddistinte con il colore giallo, continuo o in bande da 20 cm di colore arancione. All’interno dei locali serviti dagli apparecchi le tubazioni non devono presentare giunti meccanici.
POSA IN OPERAIN CANALETTA
Le cabalette devono essere:
ricavate nell’estradosso delle pareti;
rese stagne verso l’interno delle pareti nelle quali sono ricavate mediante idonea rinzaffatura di malta di cemento;
nel caso siano chiuse, dotate di almeno due aperture di ventilazione verso l’esterno di almeno 100 cm² cadauna, poste nella parte alta e nella parte bassa della cabaletta. L’apertura alla quota più bassa deve essere provvista di rete tagliafiamma e, nel caso di gas con densità superiore a 0,8, deve essere ubicata a quota superiore del piano di campagna;
ad esclusivo servizio dell’impianto.
ALL’INTERNO DEI FABBRICATI
POSA IN OPERA IN APPOSITI ALLOGGIAMENTI
L’installazione in appositi alloggiamenti è consentita a condizione che:
gli alloggiamenti siano realizzati in materiale incombustibile, di resistenza al fuoco pari a quella richiesta per le pareti del locale o del compartimento attraversato ed, in ogni caso, non inferiore a REI 30;
le canalizzazioni non presentino giunti meccanici all’interno degli alloggiamenti non ispezionabili;
le pareti degli alloggiamenti siano impermeabili ai gas;
siano ad esclusivo servizio dell’impianto interno;
gli alloggiamenti siano permanentemente aerati verso l’esterno con apertura alle due estremità; l’apertura di aerazione alla quota più bassa deve essere provvista di rete tagliafiamma e, nel caso di gas con densità maggiore di 0,8, deve essere ubicata a quota superiore al piano di campagna, ad una distanza misurata orizzontalmente di almeno 10 metri da altre aperture alla stessa quota o quota inferiore.
POSA IN OPERA DELLE GUAINE
Le guaine devono essere:
in vista;
di acciaio di spessore minimo di 2 mm e di diametro superiore di almeno 2 cm a quello della tubazione del gas;
dotate di almeno uno sfiato verso l’esterno. Nel caso un’estremità della guaina sia attestata verso l’interno, questa dovrà essere resa stagna verso l’interno tramite sigillatura in materiale incombustibile; le tubazioni non devono presentare giunti meccanici all’interno delle guaine.
Sono consentite guaine metalliche o di plastica, non propagante la fiamma, nell’attraversamento di muri o solai esterni. Nell’attraversamento di elementi portanti orizzontali, il tubo deve essere protetto da una guaina sporgente almeno 20 mm dal pavimento e l’intercapedine fra il tubo e il tubo guaina deve essere sigillata con materiali adatti (ad esempio asfalto, cemento plastico e simili). È vietato l’impiego di gesso.
Nel caso di androni fuori terra e non sovrastanti piani cantinati, è ammessa la posa in opera delle tubazioni sotto pavimento, protette da guaina corredata di sfiati alle estremità verso l’esterno. Nel caso di intercapedini superiormente ventilate ed attestate su spazio scoperto, non è richiesta la posa in opera in guaina, purché le tubazioni siano in acciaio con giunzioni saldate.
GRUPPO DI MISURAZIONE
Il contatore del gas deve essere installato all’esterno in contenitore o nicchia aerata oppure all’interno in locale o in nicchia entrambi aerati direttamente dall’esterno.
PROVA DI TENUTA DELL’IMPIANTO INTERNO
La prova di tenuta deve essere eseguita prima di mettere in servizio l’impianto interno e di collegarlo al punto di consegna e agli apparecchi. Se qualche parte dell’impianto non è in vista, la prova di tenuta deve precedere la copertura della tubazione. La prova di tronchi in guaina contenenti giunzioni saldate deve esser eseguita prima del collegamento alle condotte di impianto.
La prova va effettuata adottando gli accorgimenti necessari per l’esecuzione in condizioni di sicurezza e con le seguenti modalità:
si tappano provvisoriamente tutti i raccordi di collegamento agli apparecchi e al contatore;
si immette nell’impianto aria o altro gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione pari a:
impianti VI specie: 1 bar
impianti di VII specie: 0,1 bar (tubazioni non interrate), 1 bar (tubazioni interrate);
dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (comunque non minore di 15 minuti), si effettua una prima lettura della pressione, mediante un manometro ad acqua o apparecchio equivalente, si idonea sensibilità minima; la prova deve avere la durata di:
24 ore per tubazioni di VI specie;
4 ore per tubazioni interrate di VI specie;
30 minuti per tubazioni di VII specie.
Al termine della prova non devono verificarsi cadute di pressione rispetto alla lettura iniziale;
se si verificano delle perdite, queste devono essere ricercate con l’ausilio di soluzione saponosa o prodotto equivalente ad eliminate; le parti difettose devono essere sostituite e le guarnizioni rifatte. È vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle. Eliminate le perdite, occorre eseguire di nuovo la prova di tenuta dell’impianto; la prova è considerata favorevole quando non si verificano cadute di presione. Per ogni prova a pressione deve essere redatto relativo verbale di collaudo.
IMPIANTO ELETTRICO
L’impianto elettrico deve essere realizzato in conformità alla legge n. 46 del marzo 1990 (articoli 7 e 9). L’interruttore generale deve essere installato all’esterno dei locali, in posizione segnalata ed accessibile. Negli altri casi deve essere collocato lontano dall’apparecchio utilizzatore, in posizione facilmente raggiungibile e segnalata.
SISTEMI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
In ogni locale e in prossimità di ciascun apparecchio deve essere installato un estintore almeno con la classe di estinzione 21° 89BC (vedere D.M. 10.03.98). i mezzi di estinzione degli incendi devono essere idonei alle lavorazioni o ai materiali in deposito nei locali ove questi sono consentiti.
SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza deve richiamare l’attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti a segnalare la posizione della valvola esterna di intercettazione generale del gas o dell’interruttore elettrico generale. Essa deve essere conforme al D.Lgs. 493/96.
ESERCIZIO E MANUTENZIONE
Devono essere adempiuti gli obblighi di cui all’art. 11 del D.P.R. 26.08.93, n. 412. Nei locali è vietato depositare ed utilizzare sostanze infiammabili o tossiche e materiali non attinenti all’impianto e devono essere adottate adeguate precauzioni affinché, durante qualunque tipo di lavoro, l’eventuale uso di fiamme libere non costituisca fonte di innesco.
CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI (ATTIVITA’ SOGGETTE AL CONTROLLO DEI VVF)
Sono soggetti alle visite ed ai controlli di prevenzioni incendi gli impianti di produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 100.000 Kcal/h.
Pertanto, l’Ente o il privato che intende installare un impianto di produzione di calore con tali caratteristiche, deve richiedere al Comando provinciale dei vigili del fuoco, competente per territorio, l’esame del progetto dell’impianto e successivamente il rilascio del certificato di prevenzione incendi. Ottenuto tale certificato deve, ogni 6 anni, richiederne il rinnovo.
Con la lettera circolare prot. N. P2323 del 6 novembre 1996, sono state fornite indicazioni procedurali per l’applicazione corretta sia delle disposizioni di prevenzione incendi per gli impianti termici alimentati da combustibili gassosi, che dalla legge 5 marzo 1990, n. 46, per gli obblighi di redazione del progetto, realizzazione dell’opera, dichiarazione di conformità, fase di esame del progetto e fase di verifica.